Ultima tappa del tour del Dodecanneso, in questo agosto 2023, è una piccola perla: Lipsi.
Dopo Samos e Patmos, riprendiamo il solito aliscafo, il Dodekannisos Seaways Pride, comodamente verso le 11 e trenta. Il tragitto è relativamente breve, tanto che, dopo una mezzora, siamo già arrivati a Lipsi.
Lipsi mi piace immediatamente. Un piccolo gioiello di appena 16 chilometri quadrati che, non appena metto piede a terra, mi trasmette la sensazione di essere arrivato in un’oasi di tranquillità: un paradiso per chi cerca un rifugio dal caos e dalla confusione. Ci accolgono sulla banchina una coppia di amici di Simona, che viene qui in vacanza da 18 anni, e che ci mostra la strada per arrivare all’appartamento che abbiamo affittato, che è giusto a 20 metri dal porto.
Coperta questa breve distanza infatti, arriviamo alle Aegean Muses Villas, struttura prenotata su Booking, e rimaniamo affascinati dalla posizione e dal panorama incredibile che si gode dalla veranda, e dalla qualità dell’alloggio, con una ampia camera, divisa in zona notte e area soggiorno-cucina. Anche qui come a Patmos, non manca proprio niente: tutte le necessarie dotazioni per cucinare, o per fare colazione la mattina, come tostapane, bollitore, pentole e posateria.
Ci rechiamo da Moto Rent George, dove i nostri amici ci hanno prenotato uno scooter, e chiediamo immediatamente di poter cambiare il cinquantino con qualcosa di più potente. La simpaticissima signora che gestisce l’attività riesce faticosamente a recuperarci un 100cc e, dopo aver fatto benzina, ci avventuriamo in cerca della prima delle quattro o cinque spiagge che ci ha indicato, con tanto di annotazioni relative all’accessibilità delle strade. Presto ci rendiamo conto, che bene abbiamo fatto a chiedere uno scooter di cilindrata maggiore, perchè Lipsi non manca di salite e con quello che abbiamo a disposizione, in due, a stento ce la facciamo.
Percorrendo strade quasi deserte, ci rechiamo verso il nord dell’isola in direzione Platis Gialos, che ci appare, come ci avviciniamo, di una bellezza naturale mozzafiato, con una spiagga di sabbia dorata caraibica, lambita da acque cristalline e dove le alghe disegnano curiose forme di colore che immediatamente cerco di catturare scattando delle foto.
Decidiamo di fermarci e siamo piuttosto fortunati, perchè riusciamo a trovare subito posto sotto uno dei grandi tamerici proprio in riva al mare, lasciato libero proprio in quel momento. La spiaggetta è affollata e non è attrezzata, così come tutte, qui a Lipsi. Immergersi nelle acque tiepide e placide è una sensazione meravigliosa, e sembra davvero di essere in una grande enorme piscina naturale dai colori turchesi.
A pranzo ci rechiamo alla taverna che si trova a una ventina di metri dalla spiaggia, che si rivela invece un pò una delusione. Sia per l’attesa di quasi un’ora affinchè si liberasse un tavolo, sia per la location: i tavoli e le sedie di legno chiaro, lo stile generale tipo casetta economica di montagna, stridono enormemente con il panorama mozzafiato che si gode sulla baia. Rumori, tanta confusione e qualità del cibo grossolana, fanno il resto, per cui torniamo alla nostra spiaggia e restiamo un’altro paio d’ore ad oziare sotto il nostro tamericio, tra un tuffo e l’altro.
Dopo essere rientrati dal mare, rimessi a nuovo da una tonificante doccia, ci apprestiamo a conoscere un pò meglio il paese, unico centro di Lipsi. Pigramente, sono soltanto quattro passi, prendiamo lo scooter per recarci all’appuntamento con i nostri amici per un aperitivo in una delle ouzerie di cui è disseminato il porticciolo.
In una di queste, di cui non ricordo il nome, che pure aveva esposta una tipica insegna azzurra su di un rivestimento di calce bianca, ci accomodiamo sulle caratteristiche sedie di legno, con la seduta di corda intrecciata, sbiadite e consumate, ma che rendono il posto autentico e per questo piacevole.
Per accompagnare il distillato a base di anice, ci servono le mezedes (un equivalente delle tapas), come olive di vario genere, il Tirokafteri, una squisita crema piccante a base di feta, la Melitzanosalata, una cremina a base di melanzana usata per condire pesce e carne ma consumabile con una semplice fetta di pane, le Dolmádhes, involtini di carne tritata o riso, e l’immancabile Tzatziki lo yougurt greco a base di cetriolo. Praticamente una cena.
Visto che ci siamo saziati a sufficienza, decidiamo così di eplorare, quel poco che rimane del paese. Perchè tolti ouzerie e ristoranti, una macelleria, la farmacia, un paio di market ed altrettante boutique, non resta molto da scoprire sul lungomare del porto.
Dalla piazzetta principale di Lipsi invece, si diramano diversi vicoli caratterizzati da piccole case bianche e blu, alcune taverne, qualche caffetteria e diversi negozietti di artigianato o di abbigliamento locale nascosti per lo più alla vista. E’ la città vecchia di Lipsi, chiamata anche Horio, dove si respira l’atmosfera tipica greca e dove vivono coloro che tracorrono qui anche l’inverno. Qui troviamo la Cattedrale dell’isola di Lipsi, dedicata a San Giovanni, che custodisce un’icona ritenuta miracolosa, raffigurante la Vergine Maria che tiene in braccio Gesù crocifisso, e che rappresenta il simbolo religioso degli isolani.
Nelle giornate successive, scopriamo la spiagga di Katsadia, a circa un paio di chilometri dal paese. È una spiaggia abbastanza lunga, anche se si spezza in piccole insenature e calette, attraversabili con un sentiero che, via via che si prosegue, diventa sempre meno frequentato. Nella prima parte, un caratteristico bar/ristorante, il Dilaila Katsadia Restaurant Bar Cafe, mi permette finalmente di rilassarmi comodamente seduto ad un tavolino a cercare idee per il nuovo romanzo, sfruttando il wi-fi della struttura visto che un pò dappertutto la linea dati del cellulare si è rivelata piuttosto scarsa. La posizione del ristorante a soli 5 metri dal mare, l’arredo piuttosto alternativo, ed i piatti che rielaborano le tradizioni greche, integrandole con prodotti ipernaturali, valgono senz’altro la pena di una visita.
La spiaggia che ci è piaciuta di più è quella di Kohlakoura, un paio di chilometri ancora più avanti. Una bellissima spiaggia di ciottoli circondata da formazioni rocciose e scogli, dove un lungo e basso muretto all’ombra degli alberi offre riparo ed un pò di conforto per la seduta. Qui il mare è pulitissimo, spettacolare e trasparente come d’altro canto in tutta l’isola. Circondati da gruppi di ragazzi e qualche famiglia greca, troviamo facilmente posto sistemando i nostri parei e asciugamani sul muretto, regalandoci uno dei bagni più belli della nostra vacanza, mentre, di fronte a noi, le sagome di diverse barche, dalle sonnecchiose vele, fileggiano debolmente, all’ingresso della baia.
Ci dispiace alla fine di non essere andati a Manodendri, che, almeno in base ai racconti, dovrebbe essere ancora qualitativamente superiore. Visto che non era accedibile con il motorino, l’abbiamo posticipata ed alla fine, colpevolmente, abbiamo dimenticato di visitarla.
Una sosta assolutamento da fare, che è poi divenuta parte fissa della nostra giornata al ritorno dalla spiaggia, è stata quella alla Kairy Bakery, una pasticceria, gelatieria e la sera anche pizzeria, molto carina e di ottima qualità che addirittura la mattina prende prenotazioni telefoniche per la colazione, per uno degli ambiti tavolini che sono disponibili in veranda. La sera pullula di ragazzini, e soprattutto ragazzine, seduti a chiacchierare sul muretto antistante: piccole comitive di adolescenti carini e puliti, forse alle prese con una delle ultime vacanze con i propri genitori. Di gentaglia, fortunatamente neanche l’ombra, perchè quest’isola non offre nulla a questo genere di persone.
Per le nostre serate abbiamo avuto un’ampia gamma di scelta, nonostante la dimensione del paese. I ristoranti, Pefko, Calypso, sono tutti più o meno dello stesso livello, con costi sensibilmente più bassi che a Patmos, e di buona qualità: mangiare a base di pesce qui, davvero non costa tanto. Tuttavia, è sempre meglio prenotare, perchè essendo un paese molto piccolo, esaurisce abbastanza presto la propria disponibilità, e occorrerà dunque, fatalmente aspettare.
Il motivo è che, a parte i turisti come noi, tra cui tanti italiani, e le numerose persone che, come i nostri amici, hanno acquistato qui una seconda casa, la sera il piccolo porticciolo si riempie di barche a vela, e di yacht anche imponenti, che sbarcano intere famiglie affamate, in cerca di un posticino carino in cui gustare, le prelibatezze della cucina greca.
L’atmosfera che ne deriva è assolutamente straordinaria, con le varie taverne, tutte all’aperto, che si disperdono nell’ampio lungomare del porto. Così, il chicchiericcio sommesso che si trasferisce di tavolo in tavolo, non disturba affatto, ma anzi fa da piacevole sottofondo, nel silenzio della sera, mentre le luci della piccola Lipsi, si confrontano con il tappeto di stelle disperse nel manto blu del cielo.
Il nostro tour estivo è giunto oramai al capolinea, e con il solito aliscafo, ci trasferiamo la mattina del rientro a Kos, dove ci aspetta il nostro volo EasyJet con destinazione Napoli. Spero proprio che la lettura sia stata interessante, e che possa avervi dato qualche spunto di riflessione per la prossima vacanza. Per quanto mi riguarda invece, vi do fin d’ora appuntamento, al mio prossimo diario di viaggio.