Dopo cinque anni esatti, finalmente, il mio primo romanzo “La ragazza nuda” è terminato!
E’ stato un percorso lungo, purtroppo intervallato da lunghe pause a causa del lavoro, ma posso senz’altro dire di avercela fatta. Sono riuscito a portarlo a termine nonostante, in qualche momento, io abbia temuto di non riuscirci, ma adesso, se mi guardo alle spalle, riesco a rivivere il primo momento, la scintilla che ha acceso la miccia, come se fosse ieri.
Era l’estate del 2018, ed io e Simona eravamo ritornati nella piccola isola di Paxos, in Grecia, per la quarta o quinta volta, non ricordo con certezza. Dopo la prima settimana, trascorsa per lo più girovagando ogni giorno in cerca di spiagge diverse, sentivamo il bisogno di trovare una location abituale, un posto dove fermarci e ritornare, in modo da creare quella sorta di routine che avrebbe permesso alla nostra mente di rilassarsi veramente, limitandoci ad oziare, abbandonati al nostro passatempo preferito: leggere!
Arriviamo alla spiaggia di Manodendri verso le dieci di mattina e, immediatamente ci rendiamo conto di essere i primi. Così, dopo qualche secondo di orientamento, decidiamo di prendere le posizioni più comode e, come ispirato, decido per un paio di sdraio semplici con tavolino proprio al margine della piscina, dove un piccolo muretto la separa dalla sottile striscia di spiaggia di sassi, che si frappone tra di noi ed il mare.
Amiamo entrambi leggere durante le vacanze estive e, generalmente divoriamo una decina di libri a testa nelle due settimane di vacanza che riusciamo a strappare al lavoro. Ma quel giorno, mentre Simona si immerge immediatamente nella lettura, io decido di fare diversamente.
Ho con me il piccolo Macbook Air, appena acquistato e portato in vacanza come al solito per le emergenze e, dopo averlo aperto, mi rendo conto che ho il desiderio di dar voce a quello che è stato sempre il mio sogno, fin da da bambino: scrivere.
Passione che ho sempre avuto, ma non così forte evidentemente da riuscire a perseguire con tenacia l’obiettivo di scrivere un romanzo. I due tentativi fatti nel passato, erano naufragati dopo spiccioli di capitoli o per mancanza di tempo o di perseveranza, ma con un Mac tra le mani (per me è il primo), mi sento finalmente pronto ad affrontare la sfida.
Tuttavia, sono uno abituato a lavorare su Windows, e qui di Word non vedo alcuna traccia. Così da “esperto di computer“, come risponde qualcuno quando gli chiedono che lavoro faccio, cerco di capire con quale editor scrivono gli scrittori veri, quelli con il Mac. Googlando di palo in frasca, una rapida ricerca su internet mi porta ad un software di cui ho parlato in una recensione recente su questo blog: Scrivener (clicca qui per leggere la recensione).
Immediatamente, immaginando di essere il nuovo Wilbur Smith, ed avere la sua carta di credito, acquisto il software e, dopo averlo installato ed averci navigato per un pò, mi ritrovo a guardare la finestra scura, con un bel cursore bianco lampeggiante, chiaramente in attesa della mia prima mossa.
Come in una partita di scacchi, ci studiamo a vicenda per un pò. Alzando lo sguardo al di sopra dello schermo, il mare turchese mi incanta con i suoi colori e, nella quieta solitudine di questa mattina, l’unico rumore che riesco a carpire è quello del mare cui si aggiunge quello dell’acqua che filtra tra i sassi della risacca.
Alla mia sinistra, Simona, persa nelle pagine dell’ultimo romanzo e assolutamente incoscia della strada che il destino ha deciso di farmi intraprendere, è in piena trance: la vedo, al di sotto degli occhiali, muovere rapidamente gli occhi, divorando parole e paragrafi, capitolo dopo capitolo.
Simona che legge, con evidente piacere, le parole di un’altro, suonano come un vero e proprio tradimento, e così, punto sul vivo, comincio a vedere le mie dita che si muovono con disinvoltura sulla tastiera, inanellando frasi, descrivendo luoghi, delineando personaggi ed incominciando a narrare una storia, come dotate di vita propria.
E’ così che è incominciata.
Nessuna traccia, nessuno schema, nessuna preparazione. Ho scritto il primo capitolo di getto, d’impulso, senza sapere bene dove sarebbe andato a parare. Volevo descrivere il luogo, una bellissima spiaggia di una piccola isola greca, proprio come quella dov’ero in quel momento.
Poi, l’incidente scatenante che cambia tutto: una ragazza nuda viene ritrovata sulla spiaggia e salvata da morte certa. Infine, l’interrogativo che uno dei protagonisti pone a se stesso ed al lettore:
Io guardo la ragazza, nuda tra le mie braccia, che respira debolmente ma respira. Non avevo mai salvato nessuno dal mare, ho una sensazione di aver fatto qualcosa di grande ed ho il cuore sollevato, anche se mille domande cominciano ad affacciarsi nella mia mente.
Che ci faceva li? Come ci è arrivata? Chi è?
Ecco, ho finito il primo capitolo, lo guardo e riguardo soddisfatto e non vedo l’ora di farlo leggere a Simona. Comincio a sorriderle finchè avverte la mia presenza e, seccata, alza svogliatamente la testa dalla pagina del libro e chiede: – Che c’è? –
Le rispondo: – Devo dirti una cosa. Ho cominciato a scrivere un romanzo. –
Le mostro il primo capitolo, orgoglioso e soddisfatto, e le chiedo di leggerlo, mentre imbarazzato vado a fare un tuffo nelle placide acque della baia. Questa routine si ripeterà per sessantadue capitoli in cinque lunghi anni. La mia editor è la mia compagna, non potrò mai ringraziarla abbastanza.
Questo è stato l’inizio, adesso il mio primo libro “La ragazza nuda” è terminato. Per la pubblicazione non ho ancora una data certa, ma spero quanto prima, non vedo l’ora di vederlo pubblicato. Non è per questo tipo di soddisfazione che si scrive?
In alto il Book Trailer, che ho realizzato in una domenica di entusiasmo. Titolo e Trailer potrebbero anche cambiare, a seconda delle scelte dell’editore, questo si vedrà, per adesso mi piacciono così.
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A presto!